Quando Boccaccio scrisse il Decameron era il 1300 e i dintorni di Firenze erano certamente piuttosto diversi; molte delle novelle vi sono ambientate, ed una in particolare, oserei dire “ecologica” ante-litteram, racconta di un signorotto abile nella caccia che portò al suo cuoco una gru appena catturata proprio nella nostra piana. Il bravo cuoco, cucinata la preda, per ingraziarsi una fanciulla pensò bene di regalarle una coscia già cotta; quando fu servita al padrone la gru ben arrostita, la mancanza di una coscia proprio non piacque e chiese al cuoco cosa fosse successo. Chichibio (questo era il nome del cuoco) decisamente impaurito, di meglio non trovò che dire al suo signore che le gru, notoriamente, hanno una zampa sola. Il mattino seguente, di buon ora, il cuoco ed il signorotto si recarono nella piana per controllare quanto Chichibio aveva affermato a sua scusa e con facilità trovarono uno stormo di gru tranquillamente posate su una sola zampa. 

 

Quest’area, conosciuta come “la Piana Sestese”, è interessata da zone agricole, artigianali e complessi industriali ovvero è zona pianeggiante, ricavata dalle bonifiche succedutesi a più riprese, di un grande complesso umido paludicolo che, fino ai primi del novecento, si estendeva dalle porte di Firenze fino alla costa Tirrenica, con la sola interruzione dei contrafforti appenninici a ponente di Pistoia che si protendono sino alle rive dell’Arno.

 

L’importanza naturalistica della piana è nota: le rotte migratorie che percorrono gli uccelli sia verso nord  che verso sud la interessano direttamente in maniera rilevante. A questi vanno aggiunti tutti i volatili “stanziali” che frequentato i vari habitat presenti. Dopo anni e anni di promesse negli ultimi tempi con lo sviluppo di una nuova sensibilità ambientale, qualcosa è stato fatto. Poter ripristinare  e tutelare alcune aree e biotopi ecologicamente sani e funzionali, ma anche fruibili e non vietati, non deve far pensare solo alla soddisfazione che potrebbero provare gli appassionati birdwatcher nel vedere sempre più animali sostare alle porte di casa, ma principalmente servirebbe a portare ad un miglioramento sicuro e tangibile del territorio della  città e della salute pubblica. 

Sesto Fiorentino, per quanto schiacciato fra Firenze e Prato, ha la fortuna di essere “riparato” a nord dai rilievi di Monte Morello, e a valle dalle residue zone agricole della piana. Ripulire queste aree pianeggianti mettendole a servizio della collettività, creerebbe un complesso polmone verde che senza ombra di dubbio migliorerebbe l’habitat cittadino: la piana Firenze-Prato-Pistoia,con circa 1 milione di abitanti risulta essere una delle aree più inquinate d’Italia. 

Il “piccolo” Parco della Piana è gestito dal circolo locale di Legambiente, per conto del Comune da più di dieci anni. Sono più di 250 le specie avvistate negli anni che sfruttano quella biodiversità.  

Il parco aperto al pubblico ad ingresso gratuito il sabato, la domenica e tutti i giorni festivi, è costituito da due ampie aree allagate servite da più capanni di osservazione, e da una area a bosco frutto di un rimboschimento effettuato con piantine di vivaio forestale che sono cresciute in maniera del tutto autonoma. 

Il 2020 ovviamente non ha aiutato nella progettazione e pianificazione di ulteriori interventi di conservazione ambientale; nonostante ciò  insieme ad altre associazioni presenti in città, in sintonia con l’amministrazione comunale, stiamo progettando un percorso che, partendo dalla piana, attraverserà il centro cittadino toccando i siti storici più importanti, per collegarsi poi alla sentieristica ben sviluppata e gestita dal CAI locale che porterà i camminatori fino alla sommità di Monte Morello (951 metri), attraversando aree di particolare interesse naturalistico e paesaggistico. Stiamo anche pensando di proporre un percorso pedonale che colleghi la Piana di Sesto Fiorentino con la città di Prato camminando lungo gli argini dei canali di bonifica fino all’argine del fiume Bisenzio e da qui al centro di Prato.

 

Come circolo di Legambiente crediamo fermamente nella valenza naturalistica/ambientale della Piana e di Monte Morello, veri e ultimi polmoni verdi dell’area fiorentina. Gli sviluppi che pensiamo e proponiamo, primo fra tutti il recupero del progetto del “Parco agricolo/naturalistico” della piana Fiorentina, in piena sintonia con l’attuale amministrazione, sono tutti interventi “green” che non possono che migliorare e rendere sempre più fruibile quest’area portando la cittadinanza ad una più elevata fruizione nel rispetto dell’ambiente.

 

Dimenticavo, per chi non sapesse come andò a finire la storia di Chichibio, il signorotto per dimostrare che le gru di zampe ne avevano due, fece paura allo stormo che si spostò mostrando anche l’altra zampa. Il cuoco, vista la mala parata, da buon fiorentino disse che se il padrone avesse fatto paura alla gru prima di catturarla avrebbe sicuramente avuto due zampe e due cosce.

 

Autore: Simone Guidotti – Presidente circolo Legambiente Sesto Fiorentino