Il turismo slow è anche questo: trekking lungo i sentieri degli antichi Camini, oggi ripristinati, e covid a parte, frequentati da appassionati sempre più numerosi: capaci di appagare non solo la vista ma il cuore sì’ tanto da perdersi nei colori delle foreste e delle compagne, così come il palato, con i mille sapori inusuali della tradizione culinaria locale.
E’ così che la riscoperta di tradizioni alimentari locali è diventata un valore ben oltre quello culturale, certamente sociale ma anche finalmente economico grazie anche a organizzazioni sorte quasi per gioco da soggetti illuminati, come il versiliese Andrea Ceragioli che si è inventato il format di successo Ristorum in Toscana così come il marchigiano Fabio Pierleoni che dall’ultimo terremoto che ha sconvolto i piccoli centri del centro italia, incentiva senza sosta con i suoi Angeli di Amatrice  le produzioni di artigiani e piccole imprese a non arrendersi, promuovendo la conoscenza e gli acquisti dei loro meravigliosi prodotti in tutta Italia.
E’ grazie a personaggi come loro che coltivazioni, pratiche agricole e culinarie, vecchie di secoli se non millenni, a volte così specifiche di territori appena accennati sulle mappe, che sembravano perdute,  sono state scovate da appassionati  e riportate alla attenzione non solo dei cultori del buono e bello ma di tutti, stranieri inclusi.

Tutto questo sa di miracoloso perché in molti casi sono arrivati alla attenzione dei media e degli organizzatori di viaggi, senza investimenti in comunicazione, con il passa parola, anche se certamente mezzi di comunicazione accessibili come i moderni social media, hanno fatto il resto. Un ruolo vieppiù importante in questa rivalutazione del buono e bello, lo stanno assumendo  le strutture turistiche del territorio come agriturismi, b&b e ostelli posizionati lungo e nei pressi dei cammini come la Francigena e la Romea, vie come quella di San Francesco e di San Benedetto  dispersi fin nelle valli più sperdute; i clienti sono gli stessi pellegrini, trekkisti, alpinisti, bikers, gitanti della domenica; con un po’ di fantasia e senso pratico, se non puoi caricarli nello zaino, i preziosi beni te li consegnano a casa. E questo lo ribadiamo senza alcuna sponsorizzazione di grandi marchi o distributori nazionali, se non sospinti dalla passione per il buono e per il bello perché è anche un piacere per l’occhio osservarne i colori, le forme, gli abbinamenti e se poi alzando la testa dal piatto, ti ritrovi in mezzo ad una campagna ricca di storia e di invenzioni ardite come quelle  che chiunque può riscoprire in Toscana o Umbria, Marche o Veneto, Sardegna o Sicilia, tanto per non fare l’elenco di tutte le Regioni di Italia, allora non puoi non soffermarti e non puoi non fare quella spesa, che resta un formidabile incitamento a non abbandonare le campagne e le montagne. Certo se poi anche lo Stato capisse che non si può vivere di soli supermercati….quei cereali, legumi, frutti antichi, funghi e tartufi  nonché l’allevamento di razze da formaggio e da carne, “fortunatamente” di poco rendimento per i canoni dei supermercati e del junk food stile stelle e strisce, esaltano l’incredibile biodiversità del Bel Paese, non a caso primo Patrimonio dell’Umanità.