Pedalare lungo il Grande Fiume è un’esperienza a ritmo slow da provare per scoprire quanto il Po sia fondamentale per i territori che attraversa, una consapevolezza che diventa ancora più cruciale in questi tempi difficili di siccità e carenza idrica
che lo mettono a dura prova.
Quelli che vi raccontiamo oggi sono proprio la storia, i punti chiave e spunti di viaggi e scoperta per visitare in bicicletta o a piedi l’Oltrepò Mantovano, suggeriti da Legambiente, il nostro partner di riferimento per la valorizzazione del territorio italiano, con il nuovo articolo frutto della partnership tra ViaggiOff e Legambiente Turismo.
La presenza del fiume Po costituisce l’elemento fondamentale per l’identità di questo territorio: esso, infatti, è stato e continua ad essere il perno intorno al quale ruota la relazione tra comunità e risorse (naturali ed economiche). Il fiume è, dunque, l’elemento da cui partire per comprendere la storia di questa zona. A dimostrazione di tutto questo vi sono le antichissime testimonianze storiche che attraversano i millenni e i secoli, partendo dai ritrovamenti archeologici delle civiltà terramaricole del Neolitico e arrivando ad esempi significativi di archeologia industriale come le idrovore di inizio Novecento che hanno creato un interessante paesaggio delle bonifiche.
Il patrimonio culturale dell’Oltrepò Mantovano è il frutto di molteplici relazioni sociali ed economiche tra le comunità locali e a simboleggiare queste relazioni vi sono proprio l’ambiente e il paesaggio dell’area, così come tutta quella serie di prodotti tipici legati ai vari settori produttivi (uno tra tutti, il Parmigiano Reggiano) nonché le manifestazioni artistiche che hanno dato vita al patrimonio storico-artistico dell’area ancora oggi visitabile.
Si tratta di una terra di confine: crocevia tra nord e sud, est e ovest con tracce del suo passato nei numerosi luoghi di interesse e monumenti che la punteggiano e che raccontano di diversi popoli ed epoche, dagli Etruschi ai Romani, dal Medioevo dei monaci Benedettini e di Matilde di Canossa passando per il ducato dei Gonzaga – importante per l’identità di questa regione – fino alle lotte contadine novecentesche.
Un discorso a parte merita il paesaggio delle bonifiche, che tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento hanno risanato i territori un tempo paludosi e malsani permettendone, quindi, lo sviluppo economico. In un’area come questa in cui il rapporto con l’acqua ha sempre rivestito un valore identitario, il paesaggio frutto dell’azione bonificatrice dell’uomo ha dato vita ad una rete di canali e di piste ciclopedonali nate proprio intorno ad essi.
Cultura e archeologia industriale
I due luoghi simbolo sono l’Ecomuseo delle Bonifiche di Moglia (attraversato dal fiume Secchia) e l’Impianto idrovoro Agro-Mantovano Reggiano di Sermide, sul fiume Po. Quest’ultimo, in particolare, è un capolavoro architettonico di ingegneria idraulica del primo Novecento, grazie al quale furono bonificati oltre 33.000 ettari. Ancora oggi, dal 1907, questo impianto protegge il territorio dagli allagamenti.
Sul territorio si ritrovano poi una serie di musei dedicati alla storia dell’area e alle sue tradizioni etnografiche ed enogastronomiche. Il Museo civico archeologico di Pegognaga, il Museo archeologico di Ostiglia, le Torri Medievali, i musei della bonifica e il Museo della Seconda Guerra Mondiale sono alcuni esempi da scoprire. A questi si aggiungono altre istituzioni come il Museo del Po, quello dell’Emigrato e altri che raccontano la civiltà contadina (Archivio Nazionale Daffini, Museo Civico Polironiano, Musei rurali familiari) e la storia dell’arte novecentesca in questo territorio (Museo diffuso Giuseppe Gorni, Villa Bisighini, Museo Galleria del Premio Suzzara).
L’enogastronomia
La vocazione agricola del territorio ha prodotto naturalmente delle tradizioni culinarie che sono diventate simboli della stessa cucina italiana: i salumi tipici, il Parmigiano Reggiano, i tortelli di zucca, gli agnoli in brodo, i risotti, il tartufo, gli stracotti, le tagliatelle, il lambrusco sono soltanto alcuni dei prodotti e dei piatti tipici e caratteristici di questa zona. Con le eccellenze delle tipicità locali come il tartufo, la mostarda mantovana, il melone, il ‘salam d’la lengua’, il riso, l’asparago, la pera mantovana, i ‘turtei scapà’ ed ovviamente, come abbiamo già anticipato, il parmigiano reggiano.
Le esperienze sul territorio
Sono tutte attrazioni da poter scoprire sulle due rute, dato che l’Oltrepò Mantovano è percorso da oltre 470 km di ciclovie, che collegano paesi e frazioni, edifici storici, musei, impianti idrovori, le aree protette, le strutture ricettive come agriturismi e alberghi.
Tutte bellezze che oggi sono a portata di smartphone grazie alla grande novità, la nuova app “Around Oltrepò Mantovano”. L’app è scaricabile gratuitamente da tutti gli store AppStore e Google Play ed è uno strumento digitale molto utile per chiunque voglia scoprire il territorio in maniera sostenibile e slow. L’app contiene 12 itinerari in bicicletta e diverse tappe della Via Carolingia, con tutte le strutture di accoglienza, di ristorazione e i luoghi da visitare dell’Oltrepò Mantovano.
Inoltre, le ciclovie che attraversano l’Oltrepò Mantovano si innestano sulla rete degli itinerari cicloturistici nazionali della Ciclovia del Sole (Verona-Firenze) e VENTO (Venezia-Torino) e transnazionali EuroVelo7 (Capo Nord-Malta) ed EuroVelo8 (Cadice-Cipro). Nel territorio dell’Oltrepò Mantovano, quindi, si incrociano ben 4 ciclovie, delle quali due di percorrenza europea e due di portata nazionale.
Infine, Ostiglia costituisce il tratto finale e iniziale della via Claudia Augusta (che parte da Donauwörth e a Trento si biforca in due linee, una che arriva a Venezia e l’altra che conclude il suo percorso proprio a Ostiglia) e della Treviso-Ostiglia. La via Claudia Augusta è una antica strada romana che dal Danubio portava fino alla pianura del Po e all’Adriatico e che oggi è percorsa da cicloturisti. A queste si aggiungono, poi, i percorsi che fanno parte della Ciclovia dei Parchi.
Per chi preferisce il trekking dei percorsi a piedi si può citare, infine, la Via Carolingia che nel tratto mantovano attraversa i comuni di Revere, Quingentole e Sermide.
Il territorio è molto sensibile allo sviluppo della mobilità sostenibile: ne è una riprova anche il Progetto europeo Incircle. È già possibile intravedere nelle politiche delle amministrazioni locali e delle imprese una particolare attenzione e un interesse a queste tematiche. Nel 2013 il Consorzio Oltrepò Mantovano ha distribuito in comodato d’uso gratuito 150 biciclette a 24 tra agriturismi (15), alberghi (1), aziende agricole (2), associazioni (2) e amministrazioni comunali (3), ristoranti (1).
Inoltre, le attività ricettive del territorio offrono servizi di turismo esperienziale sostenibile, come escursioni nella natura in bici o a piedi, visite naturalistiche nei parchi vicini, ippoturismo, escursioni in canoa, visite in cantina o nelle aziende produttrici di alimenti tipici come il vino, i formaggi, ecc.
L’elemento naturale che distingue il territorio si presenta in tutta la sua peculiarità nelle riserve e nelle aree protette, come il Parco Golenale del Gruccione, costituito da golene e ampie isole fluviali visitabili.
E tutta l’area del Po invita alla contemplazione di casolari e campanili, senza dimenticare gli argini, che sono tra gli elementi dominanti a livello paesaggistico e rappresentano i punti privilegiati e sopraelevati dai quali osservare la pianura sottostante. Dunque una zona che offre molti spunti per gli amanti dei luoghi in cui forte è la natura e le tradizioni, ove sorgono boschi e lidi, candidati a far parte della Riserva di Biosfera MaB Po Grande Unesco, al fine di tutelarne paesaggi e luoghi, tradizioni e culture, ecosistemi e biodiversità, lavoro e imprenditoria.